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lunedì 2 luglio 2018

Cosa sono le ONG, da chi vengono finanziate e perché trasportano migranti dalla Libia all'Italia



Le Ong (Organizzazioni Non Governative) sono organizzazioni che operano in maniera indipendente dagli Stati e dai governi internazionali e presentano i seguenti tratti distintivi:

1.       Sono gestite da volontari;

2.       Sono finanziate da fonti private tramite donazioni;

3.       Non hanno fini di lucro.


In Italia le Ong sono riconosciute dal ministero degli Esteri e inquadrate come Onlus operanti nel settore della cooperazione allo sviluppo.
La Ong italiana più antica è la Comunità di Sant’Egidio; altre più famose in Italia sono: Caritas, Emergency, Legambiente, Nessuno Tocchi Caino.
Gli ambiti di attività delle Organizzazioni non governative sono i più disparati ma predominano le tematiche ambientali e i diritti umani: pensiamo alle battaglie ambientali del WWF o di Legambiente, a quelle per i diritti umani di Amnesty International oppure alle lotte di Gino Strada, il medico fondatore di Emergency.

Negli ultimi mesi, si è parlato delle Ong soprattutto in virtù alla questione del salvataggio dei migranti nel Mediterraneo.
A questo scopo infatti esistono oggi cinque Ong dotate di navi che sono:

1.       Proactiva Open Arms (spagnola);

2.       See-Watch (tedesca);

3.       SOS Mediterranée (internazionale);

4.       Medici Senza Frontiere (internazionale);

5.       See-Eye (tedesca).

Ciascuna di queste Ong è stata recentemente al centro di contestazioni per l’opera di ricerca e trasporto di quei migranti che tentano di lasciare le coste della Libia con mezzi di fortuna.
Come siano arrivati fin lì questi migranti, perché e da dove scappino è un ampio e controverso capitolo che meriterebbe una trattazione a parte. Ma l’accusa più frequente rivolta alle Ong del Mediterraneo è quella di alimentare un traffico di esseri umani fungendo da Taxi marittimi.
Per via della vicinanza geografica delle coste libiche a quelle italiane e grazie ad accordi europei con impegni precisi presi dai nostri precedenti governi a Bruxelles, le navi delle Ong hanno fino ad oggi sbarcato il loro carico umano quasi esclusivamente in Italia, in qualche caso anche disattendendo agli ordini delle autorità italiane e interferendo con l’operato della guardia costiera libica.
Nell’aprile dello scorso anno (2017), Il procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, intervistato alla trasmissione Agorà di RaiTre, ha detto:
"A mio avviso alcune Ong potrebbero essere finanziate da trafficanti e so di contatti."

Parla il magistrato Zuccaro
Il procuratore di Catania ha dunque ipotizzato che alcune organizzazioni umanitarie sarebbero finanziate dai trafficanti per destabilizzare l'economia italiana.
"Bisogna fare distinzione tra Ong e Ong - ha detto Zuccaro - ci sono quelle che operano da tanto tempo su tutti gli scenari internazionali, facendo un gran bel lavoro, come 'Medici senza frontiere' o 'Save the Children', organizzazioni che hanno certamente scopi umanitari. Ma a volte si perseguono da parte di alcune Ong finalità diverse: destabilizzare l'economia italiana con, ad esempio, un incremento di afflusso di migranti incontrollato per trarne dei vantaggi".
La sera del 18 marzo 2018 la nave dell’ong spagnola Proactiva open arms – ormeggiata al porto di Pozzallo dopo aver sbarcato 216 migranti – è stata sequestrata dalla polizia italiana nell’ambito di un’inchiesta aperta dalla procura di Catania. L’organizzazione umanitaria, impegnata nel soccorso in mare di migranti al largo della Libia, è accusata di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tre persone dell’equipaggio, tra cui il capitano Marc Reige e la capomissione Anabel Montes, hanno ricevuto un avviso di garanzia. Le accuse contro Proactiva Open Arms

Le accuse in questo caso sono state esaminate e archiviate dalla procura di Palermo La procura di Palermo ha archiviato le indagini sulle ong Sea Watch e Proactiva Open Arms

Più recentemente la nave Lifeline è stata accusata di avere deliberatamente ignorato le direttive tanto delle autorità italiane quanto di quelle libiche agendo di propria iniziativa per poi lamentarsi di non essere assecondata dai governi nella sua opera umanitaria L'Ong ha disobbedito all'Italia: così ha preso a forza i migranti

Se è vero che in qualche caso, alcune Ong non hanno rispettato le leggi, lo hanno quasi certamente fatto per senso di responsabilità verso il carico umano che trasportavano, ma non si può trascurare il fatto che, nelle condizioni attuali, i Paesi ospitanti, e in particolar modo l’Italia, non sono in grado di gestire questi flussi elevati e non possono garantire ai migranti un futuro migliore di quello che avrebbero nei luoghi da cui scappano. Alcuni di essi infatti riescono a integrarsi e a trovare un’occupazione mentre moltissimi devono accontentarsi della clandestinità o della disoccupazione con tutte le conseguenze del caso.

Attualmente sono presenti in Italia oltre 5 milioni di stranieri regolarmente residenti (l’8,8% della popolazione) trai i quali però quelli che hanno un’occupazione sono meno di 2,5 milioni. In più esiste un numero imprecisato di clandestini che l’Ismu – una delle fonti più autorevoli in materia di accoglienza e immigrazione - stima approssimativamente intorno a mezzo milione e nel 2017 si è visto un aumento di 50mila irregolari nel nostro paese. Quanti sono gli immigrati irregolari in Italia?

Ma da dove vengono i profughi che raggiungono le coste libiche e soprattutto chi organizza la loro fuga?
Esistono, bisogna dirlo, organizzazioni criminali locali che gestiscono il traffico dei migranti i quali provengono da diversi Paesi africani per scappare non tanto dalla guerra, ma piuttosto da regimi dittatoriali.
La loro disperazione rappresenta un business non solo per quelle organizzazioni criminali, ma anche per la Libia.
Secondo quanto sostenuto da Eunavfor Med, il business dei migranti ogni anno frutterebbe alla Libia una cifra così elevata tanto da formare il 40% del PIL nazionale. Quasi la metà della ricchezza quindi del paese africano sarebbe determinata dall’arrivo e dalla partenza dei disperati.
Questo perché oltre ai soldi materiali che ogni immigrato paga alle varie organizzazioni criminali e ai vari apparati, formando una sorta di indotto, si deve aggiungere anche le alte somme elargite dall’Europa, con l’Italia in testa, per la gestione dell’emergenza.

Quindi queste persone disperate vengono cercate, organizzate, guidate lungo percorsi precisi fino alle coste della Libia dove trovano pronti dei canotti per raggiungere il largo nella speranza (certezza?) che qualche nave delle Ong passi a imbarcarli e portarli in Italia. Traffico dei migranti, quanto ci guadagna la Libia?

In questa catena, mentre da una parte c’è un sottobosco illegale che prospera, dall’altra ci perdono i due protagonisti: migranti e ospitanti.
Ci perdono i migranti perché in molti casi sono costretti a fare la fame forse più di prima, spesso costretti a delinquere per vivere, ingrossando le fila della criminalità organizzata italiana che è sempre in cerca di bassa manovalanza; e ci perdono gli italiani, soprattutto i più deboli, che devono competere con un elevato numero di immigrati per l’assegnazione di una casa popolare o per pagare meno tasse per la scuola materna.

Il fenomeno, dunque, è complesso, va capito in tutte le sue fasi e possibilmente bloccato a monte.
Quello che però non si dovrebbe fare per il bene di tutti, è rimanere prigionieri di un pregiudizio politico e tralasciare così verità e buon senso.


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